Venerdì 18 Maggio 2012, i ragazzi della nostra compagnia teatrale "Benedetti Ragazzi" hanno presentato "Il cammino di Jean Valjean" al Teatro President di Piacenza.
Tratto da “I miserabili” di V. Hugo e diretto da Maurizio Caldini, lo spettacolo rappresenta l'esito del laboratorio teatrale degli allievi delle classi Ia e IIa del nostro Liceo. Realizzato con il supporto degli insegnanti Giulio Boledi e Valentina Gobbi.
Questo progetto nasce dal desiderio di alcuni insegnanti di proporre ai ragazzi una didattica nuova, viva, concreta. L’idea di realizzare uno spettacolo teatrale è stata da subito molto accattivante. I nostri alunni, non senza qualche legittimo timore iniziale, si sono lasciati condurre in quella che, non a torto, si può definire “avventura”. Tutti hanno dato il proprio contributo. Nessun aspetto della messinscena è stato tralasciato. Così, con entusiasmo, abbiamo assistito progressivamente al prender forma di un’opera, frutto della fatica e del lavoro di ciascuno. Da soli non saremmo sicuramente riusciti a portare a compimento un progetto di questo calibro. In tal senso è stato determinante l’apporto di una maestro, lo scrittore e regista Maurizio Caldini, che ci ha prima introdotti nell’affascinante universo del palcoscenico e, successivamente, ha guidato i nostri giovanissimi apprendisti del teatro verso la realizzazione di questo spettacolo.
Prof. Giulio Boledi
L’incontro con il teatro ci pone ancora lo stesso interrogativo di sempre: come sia possibile che un’esperienza che ha per oggetto una finzione restituisca a chi la vive come attore (nel senso di chi compie l’azione teatrale, la genera o la rende possibile) e al pubblico (che fruisce del risultato) emozioni forti, tangibili, assolutamente reali? E questo interrogativo diventa ancora più pressante quando si cerca di dimostrare questa magia (non riesco a trovare una definizione meno banale e più vera) a un gruppo di giovani che per la prima volta si cimentano in quest’arte.
La risposta è sempre la stessa che mi sono dato negli anni, e da questa esperienza ricevo una conferma ancora più forte e perentoria: il teatro (e l’arte in generale) rappresenta l’occasione di un viaggio, un viaggio in cui, partendo da noi stessi, da ciò che siamo e che siamo stati, dalle nostre esperienze del vissuto, brevi o lunghe che siano, possiamo diventare altro, abitare un altro corpo, altri pensieri, sentimenti che forse abbiamo solo sfiorato. E questo percorso, faticoso ma gratificante al contempo, ci restituisce diversi da ciò che eravamo: nella ricerca di diventare altro, arricchiamo ciò che siamo. È questo che credo ci catturi, più di ogni altro aspetto: la promessa, mai disattesa, di una crescita interiore.
In questo spettacolo rappresentiamo un piccolo viaggio che, come l’esperienza teatrale, racchiude qualcosa di ben più vasto. Un momento, racchiuso in una giornata di Jean Valjean, pochi paragrafi di un romanzo fondamentale della letteratura europea, in cui il protagonista assiste e diviene l’oggetto di un vero e proprio miracolo. In queste scene rappresentiamo l’antitesi dell’esperienza del male, al quale troppi vendono l’anima per ottenere il successo facile, la ricchezza senza sacrificio, addirittura l’eterna giovinezza o l’immortalità. In queste pagine assistiamo al momento mistico in cui un’anima viene comprata da Dio per votarla al Bene, in un opposto quasi stridente che, scena dopo scena, diventa possibile e reale. Ma c’è di più. Il Bene non si accontenta di comprare un’anima qualunque e di sanarla: compra un’esistenza fatta di sofferenze e privazioni, pervasa da un profondo senso d’ingiustizia, quasi opprimente, al quale è troppo difficile resistere senza cadere nell’istinto di sopravvivenza, per il quale l’odio profondo, la diffidenza verso il prossimo, l’aridità di sentimenti, paiono l’unica àncora di salvezza possibile.
Credo che infondere un senso di realtà in un’esperienza teatrale che voglia condividere e diffondere questo messaggio, sia di per sé motivo sufficiente a spingere un gruppo di ventisette ragazzi a impegnarsi nella realizzazione di questo testo; di questo spettacolo che, pur nella sua brevità, aspira a regalare ricordi indelebili nella memoria di ognuno, intensi e preziosi come è giusto che sia. Un’altra promessa che il teatro si appresta a mantenere, ancora una volta.
Maurizio Caldini