Laboratorio teatrale 2017-2018 – La congiura

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Giovedì 19 Aprile 2018, i ragazzi della nostra compagnia teatrale "Benedetti Ragazzi" hanno presentato "La Congiura" al Teatro San Matteo di Piacenza.

Tratto da “Giulio Cesare” di William Shakespeare e diretto da Maurizio Caldini, lo spettacolo rappresenta l'esito dell'area progetto e del laboratorio teatrale degli allievi del nostro Liceo.

Se andiamo a vedere l’etimologia della parola ”bruto”, comprendiamo subito uno dei tanti dualismi nascosti e proposti nella rappresentazione preparata quest’anno dal prof. Caldini insieme con i nostri, ormai famosi, “Benedetti ragazzi”. Infatti, tra i vari significati suggeriti dai dizionari, incontriamo: “privo della ragione, bestiale, inerte, spietato…” Insomma, valori poco rassicuranti che fanno da preludio ad azioni altrettanto violente. Però, come spesso accade, nella parte velata dall’ombra emergono anche grandi valori etici, morali, sociali e culturali capaci di diluire il nero in tinte pastello. Bruto, il protagonista di questa meravigliosa tragedia, è un uomo eticamente impegnato in una lotta interiore, un uomo psicologicamente turbato da conflitti insuperabili per sconfiggere l’incedere del tempo. Un tempo violento, sanguinario, che dovrebbe però portare a una nuova epifania sociale e culturale. I nostri ragazzi hanno dovuto lavorare duramente per afferrare questi valori, ancora oggi così attuali e importanti. Valori che interpellano eticamente le vite di tutti noi ogni giorno. Personalmente devo dire grazie a tutti i docenti e le persone che quotidianamente s’impegnano nella nostra scuola per costruire significati e contenuti da condividere con i nostri studenti. Il coraggio di affrontare lo studio e le tante ore di prove per potersi calare all’interno di temi così delicati e profondi, come quelli proposti dall’opera che andrà in scena questa sera, ci restituisce il privilegio del tempo vissuto insieme a questi ragazzi meravigliosi. Solo guardando loro con rispetto, accoglienza, perseveranza e amore, si possono ottenere dimostrazioni eccellenti come quella di questa sera. Grazie a tutti voi per ciò che mi regalate ogni giorno.

Il Preside - Fabrizio Bertamoni

Nel nostro settimo anno di attività, torniamo a William Shakespeare, dopo averlo accantonato per qualche anno.

Torniamo con un adattamento liberamente tratto dal “Giulio Cesare”, cercando di proporre una versione ridotta, e nella quale abbiamo modificato la sequenza temporale delle scene (e quindi degli accadimenti), ma non per questo meno ricca di temi di grande interesse, sia per gli affezionati spettatori che soprattutto per i “Benedetti ragazzi”, che contribuiscono a rendere possibile questo allestimento.

La storia è nota a tutti: raccontiamo la congiura che ha portato all’efferato assassinio di Giulio Cesare e della guerra fratricida che ne seguirà, e che porterà alla battaglia di Filippi, in cui i congiurati saranno sconfitti. Raccontiamo una tragedia cercando di offrirne l’intensità e la profondità dei versi che l’hanno resa immortale. Anche i personaggi principali sono ben noti: Giulio Cesare, Bruto, Cassio, Antonio, Ottaviano… In effetti sembrerebbe qualcosa di già visto, già sentito, di poco interessante.

“La congiura” a nostro avviso è un testo ben più complesso, in cui i veri protagonisti sono in realtà assenti: gli affetti veri, l’amicizia, la lealtà, il coraggio, il perdono.

Addirittura il senso di fratellanza tra individui che fanno parte di uno stesso popolo. A un certo punto, pare chiaro che la congiura non sia soltanto quella famosa di Bruto e i suoi compagni contro Cesare, ma che ce ne sia un’altra, più subdola, ordita tra i congiurati stessi per convincere Bruto a guidarli contro il padre.

Un omicidio che prelude a tante altre uccisioni, a una guerra che mette uno contro l’altro figli contro padri, fratelli contro fratelli, Romani contro Romani.

E tutto questo solo per l’ottenimento di un potere che è solo all’apparenza allettante, ma che in realtà chiede alla nostra anima molto di più di quanto non ci offra in cambio. Come è abitudine, e anche scopo primario dell’esperienza teatrale del Liceo San Benedetto fin dal 2011, poniamo ai nostri ragazzi, e agli spettatori che vorranno seguirci in questo arduo percorso, domande importanti: davvero il fine giustifica i mezzi? I beni materiali, la ricchezza, il potere appunto, sono davvero più importanti degli affetti? Davvero vogliamo uniformarci a un mondo che ci chiede di essere cinici, egoisti, aridi?

La nostra risposta è in questo spettacolo, nell’impegno di questo gruppo volto a renderlo qualcosa di più dell’esito di un laboratorio teatrale, qualcosa di più intenso, più vero; un lavoro in cui non mettiamo solo la nostra capacità di essere bravi attori, ma anche l’empatia, i sentimenti, l’idea che migliorare il mondo richieda ad ognuno di noi di non accontentarci, di andare oltre, di avere il coraggio di esprimere emozioni sapendo che non cadranno nel vuoto.

Maurizio Caldini